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Nel caso di un sequestro preventivo di un immobile ai fini di confisca for every equivalente, il valore dell’immobile deve essere proporzionato al prezzo o al profitto del reato, e può essere determinato in base al suo prezzo di acquisto, ove adeguato e non sproporzionato rispetto al valore reale (Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41051 del 24 settembre 2018).

Nel caso in cui il reato sia commesso nell'interesse di un'impresa dal suo legale rappresentante, il sequestro e la confisca diretta possono colpire le somme nella disponibilità della società e non già quelle in possesso del legale rappresentante, e che neppure il compenso elargito dalla società a quest'ultimo può essere ritenuto profitto del reato, salvo non venga provata una situazione di osmosi economica tra persona giuridica e persona fisica che la rappresenta, in cui la prima è un mero schermo formale grazie al quale la seconda agisce come effettivo titolare dei beni della medesima (Sez. 3, 31369/2021).

, giacché la pericolosità del bene era stata desunta dal mero inquadramento della res quale profitto del reato, suscettibile di confisca facoltativa. Il Tribunale del riesame aveva, tuttavia, rigettato l’impugnazione, condividendo la scelta del giudice a quo

La procedura di applicazione del sequestro preventivo ai beni dell’imputato o dell’indagato inizia con la richiesta fatta dal pubblico ministero al giudice competente (il giudice del dibattimento penale se il processo è già iniziato, altrimenti il Gip, se il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari) che, se decide di accogliere l’istanza, dispone il sequestro con decreto motivato.

Cass., n. 190695, ha affermato che nella nozione di corpo di reato sono ricomprese tutte quelle cose sulle quali o mediante le quali fu commesso il reato o che dello stesso costituiscono l’effetto immediato o che, comunque, possano essere utilizzate per la prova del medesimo (nel caso di specie, in un procedimento per violazione della disciplina sulle sostanze stupefacenti, è stata affermata la legittimità del sequestro di una banconota, di cui period stato annotato il numero di serie, utilizzata for each l’acquisto simulato della droga, e di un’autovettura di cui l’indagato si period servito for each un più agevole trasporto della droga).

Tale istituto si fonda sulle disposizioni contenute nell’art. 321 del Codice di procedura penale, che al comma 1 stabilisce che: “Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero il giudice competente a pronunciarsi nel merito ne dispone il sequestro con decreto motivato.

In base all’art. 259 c.p.p. le cose sequestrate sono affidate in custodia alla cancelleria o alla segreteria. Quando ciò non è possibile (ad esempio nel caso del sequestro preventivo di un immobile) o non è opportuno, l’autorità giudiziaria dispone che la custodia sequestro probatorio e preventivo avvenga in luogo diverso, determinandone il modo e nominando un altro custode.

Pe quanto attiene la definizione delle «cose pertinenti al reato», secondo l’insegnamento fornito dalla Suprema Corte, esse consistono in tutte quelle che sono in rapporto indiretto con la fattispecie criminosa concreta e risultano strumentali all’accertamento dei fatti, ovvero quelle necessarie alla dimostrazione del reato e delle sue modalità di preparazione ed esecuzione, alla conservazione delle tracce, all’identificazione del colpevole, all’accertamento del movente ed alla determinazione dell’

Si tratta tuttavia di un rimedio residuale in quanto adottabile soltanto quando non è possibile procedere con il riesame. Esemplificando il testo normativo, quali sono le ordinanze contro cui può proporsi appello?

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. Si tratta appunto di quelle ipotesi di pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato comporti l’aggravamento o il protrarsi delle conseguenze del reato ovvero agevoli la commissione di altri reati.

, da rapportare alle ragioni che rendono necessaria l'anticipazione dell'effetto ablativo della confisca prima della definizione del giudizio, salvo restando che, nelle ipotesi di sequestro delle cose la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisca reato, la motivazione può riguardare la sola appartenenza del bene al novero di quelli confiscabili ex lege.

Il nodo da sciogliere involge, più in generale, il corretto inquadramento della misura ablativa di cui al secondo comma dell’artwork.

” (artwork. 247 c.p.p.). Questa può essere personale o locale e deve avvenire nel rispetto dei diritti tutelati dalla Costituzione, nello specifico, la libertà personale (art. 13 Price.) e il domicilio (artwork. 14 Cost.). L’inviolabilità di questi diritti lascia il posto alle esigenze investigative dell’autorità giudiziaria la quale potrà procedere solo attraverso un decreto motivato, concetto ribadito più volte anche dalla giurisprudenza, in particolare dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione le quali hanno sancito il principio di diritto secondo cui “

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